Giampaolo Lo Conte: l’Intelligenza Artificiale ci farà uscire dalla crisi

Intervista al noto trader ed imprenditore italiano, presente all’ultimo World Economic Forum di Davos. Entro il 2030 usciremo dalla crisi anche grazie all’Intelligenza Artificiale. E proprio quest’ultima ha svolto un ruolo-chiave nella lotta della Cina all’emergenza coronavirus

Accedere oggi al sito internet del World Economic Forum significa trovare una lunga rassegna di articoli di approfondimento sugli effetti economici e sociali del coronavirus sul pianeta. Con un pò di ritardo rispetto a noi italiani che, prima degli altri, abbiamo adottato misure di prevenzione e di lotta all’epidemia, il resto del mondo sta iniziando a ragionare sulle conseguenze di questo virus, anche alla luce dei primi dati raccolti dalle situazioni emerse in Cina, Italia e Corea. Eppure, poche settimane fa si concludeva l’annuale edizione del World Economic Forum di Davos parlando delle previsioni economiche globali da qui al 2030. Queste discussioni sono avvenute poco prima che il coronavirus catalizzasse le attenzioni degli economisti, oggi stravolti dagli imprevedibili effetti di un’epidemia in crescita.

Per organizzare meglio le nostre idee abbiamo contattato Giampaolo Lo Conte, imprenditore e trader italiano che anche quest’anno ha fatto parte dell’élite di partecipanti al World Economic Forum di Davos. Non nuovo alle pubblicazioni di articoli di approfondimento in materia di economia globale, Giampaolo Lo Conte ci ha offerto una interessante panoramica sui ragionamenti emersi al Forum di Davos, anche in ottica di queste tremende settimane di coronavirus nel mondo. “Se dovessi riassumere l’ultimo World Economic Forum in poche parole – risponde Lo Conte – direi così: più potere e più tutela al popolo dei consumatori. Per rispondere a questo scenario entrante, le imprese produttrici si rivolgeranno alle nuove tecnologie, in particolare, alle intelligenze artificiali”.

Anche tu pensi, quindi, che il mercato sarà innescato soltanto dall’innovazione? “Si, il mercato tradizionale, quello dell’esportazione forsennata dalla globalizzazione, sta scomparendo. Il coronavirus, da questo punto di vista, ha cantato la messa ad un certo tipo di economia globale come oggi la conosciamo. Non pensate che tra un paio di mesi le persone torneranno alla normalità, dimenticando quanto sia successo. I consumatori saranno più attenti, più esigenti, non perdoneranno la mancanza di trasparenza da parte di stati ed industrie.

Perché parli di intelligenza artificiale? “All’ultimo Forum di Davos Erik Brynjolfsson, direttore del MIT Initiative on the Digital Economy (USA), ha affermato che occorrono altri 10 anni per divulgare l’intelligenza artificiale nell’economia globale, dopodiché, esattamente come fu con l’introduzione del motore a vapore prima e dell’elettricità dopo, ci sarà una vera rivoluzione industriale e conseguente boom economico. Possiamo ragionevolmente dire che la crisi economica che stiamo vivendo si concluderà nel 2030.

Non siamo distanti da questo traguardo? “Il processo di incubamento dell’intelligenza artificiale lo stiamo già vivendo. Google, Amazon, Facebook – per dirne alcuni – adottano le intelligenze artificiali per perfezionare la fruizione dei loro servizi da parte degli utenti. Quando ogni processo di acquisto elettronico sarà governato dalle intelligenze artificiali, potremo parlare, allora, di rivoluzione industriale e potremo dire che la crisi sarà finita”. Apriamo allora una parentesi sul coronavirus, ricollegandoci propria al tema delle intelligenze artificiali.

Chiediamo a Giampaolo Lo Conte se fosse a conoscenza del fatto che i colossi Alibaba, Baidu e Tencent avessero messo sul tavolo tutte le loro migliori innovazioni per assistere la Repubblica Popolare Cinese nella lotta al coronavirus. “Sapevo che in Cina la tecnologia, insieme alle quarantene imposte dal Governo, aveva fornito un supporto fondamentale alla lotta all’epidemia. Ho letto di intelligenze artificiali applicate a telecamere termiche diffuse per le strade, caschi per le forze dell’ordine con software di rilevamento della temperatura contactless, tanta robotica inserita nelle strutture ospedaliere. La Cina, badate bene, non è più la filiera di jeans e scarpe da tennis che abbiamo conosciuto lo scorso secolo. Oggi è diventata una super potenza tecnologica, e lo sta dimostrando con i fatti”. Ringraziamo Giampaolo Lo Conte e salutiamo i nostri lettori ricordando loro che, qualora volessero saperne di più, possono leggere questo approfondimento del Sole 24 Ore per conoscere più da vicino lo strepitoso strumento diagnostico, offerto da Alibaba, con una intelligenza artificiale capace di diagnosticare il coronavirus in 20 secondi attraverso l’analisi di una TAC. Diciamocelo, tutt’altra cosa rispetto ai tamponi che costano migliaia di euro, o di dollari…